Rapporto sull evoluzione sociale Anno 1983
192 pages
Italiano

Rapporto sull'evoluzione sociale Anno 1983

Le téléchargement nécessite un accès à la bibliothèque YouScribe
Tout savoir sur nos offres
192 pages
Italiano
Le téléchargement nécessite un accès à la bibliothèque YouScribe
Tout savoir sur nos offres

Description

COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE DOCUMENTO RAPPORTO SULL'EVOLUZIONE SOCIALE ANNO 1983 (Pubblicato in connessione con la «Diciassettesima Relazione generale sull'attività delle Comunità europee 1983» in applicazione dell'articolo 122 del trattato CEE) Marzo 1 984 COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Rapporto sull'evoluzione sociale Anno 1983 Bruxelles · Lussemburgo Marzo 1984 (Pubblicato in connessione con la «Diciassettesima Relazione generale sull'attività delle Comunità europee 1983») Il presente documento, redatto ad uso interno dei servizi della Commissione, è a disposizione del pubblico, ma il suo contenuto non può essere considerato una presa di posizione ufficiale della Commissione. La presente pubblicazione è edita anche nelle seguenti lingue: DA ISBN 92-825-4281-5 DE ISBN 92-825-4282-3 GR ISBN 92-825-4283-1 EN ISBN 92-825-4284-X FR ISBN 92-825-4285-8 NL ISBN 92-825-4287-4 Una scheda bibliografica figura alla fine del volume Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1984 ISBN 92-825-4286-6 N. di catalogo: CB-38-83-863-IT-C Gli articoli e testi contenuti nella presente pubblicazione possono essere riprodotti liberamente, in tutto o in parte, con la citazione della fonte, eccetto quelli fra di essi che siano tutelati dal diritto d'autore. Printed in Belgium SOMMARIO A. Introduzione Β. Evoluzione sociale nella Comunità nel 1983 21 C. Allegato statistico 175 A. INTRODUZIONE 1.

Sujets

Informations

Publié par
Nombre de lectures 34
Langue Italiano
Poids de l'ouvrage 2 Mo

Extrait

COMMISSIONE
DELLE COMUNITÀ EUROPEE
DOCUMENTO
RAPPORTO
SULL'EVOLUZIONE SOCIALE
ANNO 1983
(Pubblicato in connessione con la
«Diciassettesima Relazione generale sull'attività delle Comunità europee 1983»
in applicazione dell'articolo 122 del trattato CEE)
Marzo 1 984 COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
Rapporto
sull'evoluzione sociale
Anno 1983
Bruxelles · Lussemburgo
Marzo 1984
(Pubblicato in connessione con la «Diciassettesima Relazione
generale sull'attività delle Comunità europee 1983») Il presente documento, redatto ad uso interno dei servizi della Commissione, è a disposizione del
pubblico, ma il suo contenuto non può essere considerato una presa di posizione ufficiale della
Commissione.
La presente pubblicazione è edita anche nelle seguenti lingue:
DA ISBN 92-825-4281-5
DE ISBN 92-825-4282-3
GR ISBN 92-825-4283-1
EN ISBN 92-825-4284-X
FR ISBN 92-825-4285-8
NL ISBN 92-825-4287-4
Una scheda bibliografica figura alla fine del volume
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1984
ISBN 92-825-4286-6
N. di catalogo: CB-38-83-863-IT-C
Gli articoli e testi contenuti nella presente pubblicazione possono essere riprodotti liberamente, in tutto o in
parte, con la citazione della fonte, eccetto quelli fra di essi che siano tutelati dal diritto d'autore.
Printed in Belgium SOMMARIO
A. Introduzione
Β. Evoluzione sociale nella Comunità nel 1983 21
C. Allegato statistico 175 A. INTRODUZIONE
1. L'anno 1983 si è concluso senza che la situazione sociale della Comunità
migliorasse. Le precedenti previsioni non erano certo volte all'otti­
mismo: verso la metà del 1982, era stato previsto che il tasso di disoccu­
pazione della popolazione attiva avrebbe raggiunto il 9,4%; la severità
di tale percentuale era tuttavia temperata dalla speranza che nel 1983
il ritmo d'incremento della disoccupazione sarebbe rallentato rispetto
agli anni precedenti. Infatti,, verso la fine del primo semestre dell'anno..
in alcuni Stati membri si è potuta constatare una relativa stabilità del­
l'evoluzione della disoccupazione; ciò nonostante,, il bilancio globale
per il 1983 lascia intravedere un nuovo deterioramento dell'occupazione.
Con un tasso di disoccupazione della popolazione attiva del 10,3 una nuova
percentuale è stata raggiunta; tale cifra rappresenta quasi il doppio
della percentuale del 1979, anno in cui la disoccupazione era circa del
5,3%. Questo avveniva l'indomani del secondo 'choc' petrolifero e al­
l'epoca tale percentuale sembrava già alquanto elevata.
2. Oggigiorno, con 12 milioni di persone prive d'occupazione, il discorso
sulla situazione sociale non può essere roseo; si osservi inoltre che
di costoro più di 4,7 milioni sono di età inferiore a 25 anni e che un
quarto circa di questi giovani sono disoccupati da più di un anno: bastano
queste cifre a sottolineare la gravità del tema. Anche se alcune tendenze
economiche - e cioè qualche successo nella lotta contro l'inflazione,.
un minor déficit delle bilance dei pagamenti, la relativa ripresa della
crescita - possono lasciare intravedere tempi migliori, la crisi sociale
nel frattempo persiste e si approfondisce, spandedosi a macchia d'olio.
Infatti, per un numero sempre crescente di persone, per milioni di famiglie,
la situazione è precaria: la mancanza di lavoro, l'incertezza del reddito
ed un sempre maggiore senso di scoraggiamento e di deriva sociale sono
diventati le realtà quotidiane. Per alcune categorie più vulnerabili, come i giovani, le donne, i Lavora­
tori migranti,- la mancanza di lavoro diventa col tempo sempre più difficile
da sopportare. Privi di redditi e di adeguata formazione professionale.-
senza concrete probabilità d'inserirsi o di reinserirsi socialmente, essi
sono i primi a subire e ad alimentare le tensioni sociali. Anche se in
questo contesto le manifestazioni violente restano abbastanza sporadiche,
è stato osservato che le reazioni xenofobe e razziste si estendono perico­
losamente nelle zone e nelle imprese più duramente colpite dalla crisi.
Per quanto concerne la povertà, fenomeno di tutti i tempi, essa assume
una nuova dimensione con l'arrivo in massa di "nuovi poveri"; ovvero delle
persone sproporzionatamente toccate dalla crisi che si trovano relegate
in una situazione di dipendenza materiale completa a causa della loro
incapacità a trovare un'occupazione. Se nel 1978 in Europa le persone
al di sotto della soglia di povertà erano 10 milioni a causa di questo
fenomeno il loro numero diventerà ben più elevato.
Senza esitazione alcuna le autorità nazionali e le istanze comunitarie
hanno denunciato la disoccupazione come "il problema più importante che si
pone alla Comunità" (1). La disoccupazione, tuttavia, così come non è
l'unica manifestazione della crisi attuale non è neanche l'unica causa
delle difficoltà che hanno costellato il clima sociale in tutto il 1983.
Proseguendo nella presente lettura non si mancherà di constatare che le
le conseguenze della disoccupazione toccano tutti i settori della vita
sociale quali le relazioni professionali, la ricerca del miglioramento
delle condizioni di lavoro, i negoziati salariali, il risanamento dei
sistemi di sicurezza sociale. Ma i problemi sono molti ed occorre rilevare
altre sfide di grande rilievo. Trattasi per esempio di preparare i giovani
ai mestieri del futuro mediante formazioni professionali ed orientamenti
adeguati. Un'altra sfida è rappresentata dalla necessità di preparare,
con l'introduzione delle nuove tecnologie, tutta la società ad accettare
senza urti una nuova ripartizione del tempo tanto di lavoro quanto di
svago nonché le responsabilità sociali. Vi sono, infine, i problemi
derivanti dalla diminuzione della natalità ed i conseguenti squilibri
demografici. Come si potrà constatare, molti sviluppi descritti paese
(1) "La situazione economica e sociale nella Comunità",
doc. C0M(83)722 def. del 25 novembre 1983, pag. 9. per paese, oggi coincidono, costituendo tendenze relativamente nette,
che caratterizzano la mutazione verso un nuovo tipo di società i cui con­
torni sono ancora mal definiti.
4. Si noterà che la maggior parte dei problemi sociali l'anno scorso d'attua­
lità, si sono presentati negli Stati membri press'a poco contemporaneamente
e nelle medesime circostanze. L'esempio più stupefacente in materia è
quello della disoccupazione giovanile: in alcun luogo le autorità nazionali
hanno potuto evitarla ed egualmente dicasi del risanamento dei sistemi di
sicurezza sociale. In questo settore, le restrizioni - spesso drastiche -
hanno toccato le tradizionali categorie di beneficiari. Il fatto che tali
temi erano stati, talvolta già da tempo, studiati a livello comunitario,
certamente non è estraneo alla relativa convergenza dei provvedimenti
presi dagli Stati membri. Ciò risponde comunque all'auspicio, molto volte
espresso dalla Commissione, di risolvere i maggiori problemi sociali mediante
l'armonizzazione dei provvedimenti nazionali o perlomeno, con larga concerta­
zione e fissando obiettivi comuni. Il risultato ottenuto corrisponde anche
ai solenni impegni presi e rinnovati in questi ultimi anni tanto dal Consiglio
quanto dal Consiglio europeo. Tali impegni riguardano essenzialmente i
giovani ed il mercato del lavoro, la ristrutturazione del tempo di lavoro
e la formazione professionale, soprattutto rispetto ai mutamenti tecnologici.
Nel 1983 nuovi impulsi sono stati dati a livello comunitario ad altri
temi quali il dialogo tra le parti sociali e la sicurezza e la sanità
sui luoghi di lavoro.
5. Tra quelli più scottanti, la disoccupazione giovanile è il tema che i
capi di Stato ed i ministri hanno più spesso e più esplicitamente evocato.
Sia in occasione del Consiglio congiunto dei ministri delle finanze, degli
affari economici e degli affari sociali del 16 novembre 1982, sia in occa­
sione del Consiglio europeo di Bruxelles del 21 marzo 1983 e di quello di Stoccarda del 17 giugno 1983, la priorità della lotta contro la disoc­
cupazione giovanile è stata debitamente riconosciuta. Inoltre, l'accordo
raggiunto dai ministri del lavoro il 2 giugno 1982 sul nuovo Fondo
sociale europeo era stato fin dal primo momento presentato come inteso
a "promuovere l'occupazione dei giovani di età inferiore a 25 anni". La
Commissione non aveva d'altronde cessato di rammentare alle più alte istanze
comunitarie che per la disoccupazione giovanile occorrevano provvedimenti
specifici ed immediati (1) e, in particolare nella comunicazione al Consiglio
sulla promozione dell'occupazione giovanile (2), essa preconizzava un
programma di provvedimenti speciali, ripartito in cinque punti (3). In
seguito, il Comitato permanente dell'occupazione, riunitosi il 20 maggio
1983, si è fatto portavoce di tali proposte in

  • Univers Univers
  • Ebooks Ebooks
  • Livres audio Livres audio
  • Presse Presse
  • Podcasts Podcasts
  • BD BD
  • Documents Documents