Hard Ware – Arnese Duro
198 pages
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Hard Ware – Arnese Duro , livre ebook

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Description

Dunque, il mio chihuahua ha ingroppato un’orsa. Scusatemi: una cagna gigante, simile a un’orsa.

Ora, il bellissimo proprietario dell’orsa mi sta alle costole: pretende che io faccia un test per le malattie veneree… al mio animale!

Un altro problemino di questa molestia tra cani? Il misterioso proprietario dell’orsa potrebbe essere la chiave per finanziare la mia nuova impresa e portare al successo la mia azienda di giocattoli. E per “giocattoli”, intendo quelli divertenti: quelli di cui tutte le donne (e gli uomini) hanno bisogno.

Se solo riuscissi a capire che cosa nasconde… o a tenere sotto controllo la mia libido! Perché mescolare affari e piacere è una pessima idea, e Dragomir Lamian potrebbe non essere quello che sembra.

NOTA: Questa è una commedia romantica a sé stante, licenziosa e piccante, che narra di un’eroina sicura di sé, ossessionata dai sex toys, che conosce ogni superstizione russa sotto il sole, e del suo incontro fortuito con un estraneo attraente e misterioso, nonché di due cani allupati, uno dei quali potrebbe avere un sex toy speciale tutto per sé. Se uno qualsiasi di questi elementi non è di vostro gradimento, scappate subito! Altrimenti, allacciatevi le cinture per una corsa che vi farà ridere a crepapelle.

Sujets

Informations

Publié par
Date de parution 03 février 2022
Nombre de lectures 0
EAN13 9781631426926
Langue Italiano

Informations légales : prix de location à la page 0,0300€. Cette information est donnée uniquement à titre indicatif conformément à la législation en vigueur.

Extrait

HARD WARE — ARNESE DURO



MISHA BELL

♠ Mozaika Publications ♠
Indice



Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Capitolo 13

Capitolo 14

Capitolo 15

Capitolo 16

Capitolo 17

Capitolo 18

Capitolo 19

Capitolo 20

Capitolo 21

Capitolo 22

Capitolo 23

Capitolo 24

Capitolo 25

Capitolo 26

Capitolo 27

Capitolo 28

Capitolo 29

Capitolo 30

Capitolo 31

Capitolo 32

Capitolo 33

Capitolo 34

Capitolo 35

Capitolo 36

Capitolo 37

Capitolo 38

Capitolo 39

Capitolo 40

Capitolo 41

Capitolo 42

Capitolo 43

Epilogo


Estratto da Hard Code — Codice Duro di Misha Bell

Estratto de Il Titano di Wall Street di Anna Zaires

L’autore
Questo libro è un’opera di fantasia. Tutti i nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi narrati sono il frutto della fantasia dell’autrice o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi riferimento a persone reali, viventi o scomparse, luoghi o eventi è puramente casuale.

Copyright © 2021 Misha Bell
www.mishabell.com

Tutti i diritti riservati.

La riproduzione e la distribuzione di qualsiasi parte di questo libro, in forma stampata o elettronica, è vietata, se non autorizzata, ad eccezione dell’utilizzo in una recensione.

Pubblicato da Mozaika Publications, stampato da Mozaika LLC.
www.mozaikallc.com

Traduzione italiana: Martina Pompeo

Copertina di Najla Qamber Designs
www.najlaqamberdesigns.com

Fotografia di Wander Aguiar
www.wanderbookclub.com

ISBN: 978-1-63142-692-6
Print ISBN: 978-1-63142-693-3
Capitolo Uno

È un’ orsa quella?
Ho come la sensazione che le palline di Kegel siano sul punto di uscirmi dalla vagina. Stringo i muscoli ben allenati per tenere il giocattolo all’interno. Le due sfere sono di mia invenzione, quindi so che, se le stringo ancora una volta, si attiverà la vibrazione (e non è un buon momento).
Il guinzaglio nella mia mano viene strattonato.
“Bonaparte, comportati bene!” La severità nella mia voce è inutile. Il mio chihuahua continua a strattonare, con lo sguardo incollato all’orsa, scodinzolando così rapidamente, che mi aspetto quasi di vederlo sollevarsi in aria come un drone.
Con mio sollievo, l’orsa si limita ad annusare l’idrante, ignara del delizioso antipasto di due chili scarsi a un solo balzo di distanza.
Piantando i talloni, tiro indietro il guinzaglio. “Sul serio, Boner. Vuoi farti mangiare?”
La strattonata si ferma e il mio cane mi rivolge uno sguardo colmo di un misto di tristezza e indignazione negli occhi verdi. Come al solito, posso immaginare che cosa mi direbbe, se fossi una sussurratrice di cani:
“ Ma chérie , quella cagna mi sta ignorando. Moi ! Impensabile!”
Gli lancio un croccantino. “Quell’orsa chiaramente non conosce le buone maniere. In sua difesa, però, tu sapresti resistere alla tentazione di annusare quell’idrante? Siamo vicino a Central Park. Milioni di cani avranno fatto pipì lì. L’odore dev’essere paradisiaco.”
Con un balzo, Boner afferra il croccantino, lo inghiotte senza masticare e torna a concentrarsi sulla sua gigantesca preda.
Il mio sguardo si sposta sull’uomo che tiene il guinzaglio della bestia, e resto a bocca aperta, mentre i miei muscoli intimi stringono involontariamente le palline di Kegel.
La vibrazione si attiva, ma io la ignoro, divorando con gli occhi l’esemplare maschile alto e dal fisico atletico di fronte a me.
Il proprietario dell’orsa è sexy.
Super sexy, bollente, da farmi sciogliere le mutandine ed esplodere l’utero!
Così sexy, che finirò per masturbarmi pensando a lui.
Aspettate. In senso stretto, mi sto masturbando pensando a lui: la vibrazione all’interno della mia vagina mi sta portando sempre più vicino al climax, ad ogni secondo che passa. Per fortuna, lui non mi sta guardando, quindi posso divorarlo con gli occhi senza vergogna.
Quest’uomo soddisfa tutti i miei requisiti, anche quelli che non sapevo di avere.
Capelli folti e setosi del colore della pelliccia di visone. Barba scura corta e ben curata, che enfatizza il naso regale e i lineamenti scolpiti. Spalle larghe, imbottite con la giusta quantità di muscoli, e un petto da far svenire, che si assottiglia fino a una vita magra con i fianchi stretti. Indossa persino un dolcevita, per la miseria… e tutti sanno che è l’equivalente maschile di un abitino nero sexy.
Oh, e le sue labbra… Vorrei fare uno stampo di quelle labbra e trasformarlo in un sex toy.
A proposito di sex toys, le palline mi stanno portando sempre più vicino all’apice. Pur essendo stata accusata di essere blasé riguardo a queste cose, persino io riconosco che venire qui e ora, davanti a un estraneo, non sia la mossa più socialmente accettabile da parte mia.
Devo disattivare le sfere, cosa che può accadere solo se le stringo altre tre volte. Il problema è che ogni stretta cambia anche la velocità di vibrazione; quindi, la mia situazione peggiorerà, prima di migliorare.
Non c’è modo di evitarlo, suppongo.
Stringo.
La vibrazione s’intensifica.
Ancora due volte e…
Boner abbaia.
Il muso massiccio dell’orsa si stacca dall’idrante, e due giganteschi occhi marroni si concentrano sull’antipasto a forma di cane ai miei piedi.
Ottenendo finalmente l’attenzione che desiderava, Boner scodinzola rapidamente e cerca di correre incontro al suo destino.
Stringo di nuovo le palline, involontariamente. Un’altra volta ancora, e si spegneranno. Solo che la vibrazione è alla massima velocità, adesso, e la sensazione è incredibile. Talmente, talmente incredibile…
Merda! Che cosa sto facendo?
Devo stringere un’ultima volta.
Solo che i muscoli necessari si sono trasformati in gelatina, e faccio fatica a contrarli.
Ci siamo?
Avrò un orgasmo proprio mentre il mio cane viene divorato, il tutto davanti a uno sconosciuto follemente sexy?
Mi chiedo fugacemente se dovrei lasciare che l’orsa divori il mio migliore amico, per creare una distrazione dalla mia esplosione imminente (e in questo modo, magari, il proprietario poi verrà a letto con me, come ricompensa per la mia perdita).
No, è una follia!
Tiro il guinzaglio, impedendo il nobile sacrificio di Boner.
Solo che, ormai, lui è sul radar dell’orsa.
La bestia si lancia in avanti, e il rapido scatto del guinzaglio coglie impreparato lo sconosciuto. Nel momento in cui lui si rende conto di cosa sta succedendo e affonda i talloni, le fauci dell’orsa sono a pochi centimetri dalla testolina di Boner, grande quanto una pallina da tennis.
Stringendo la mia borsetta, indietreggio, trascinando con me il mio amico sovreccitato. Non che io stessa non lo sia. Il cuore mi batte all’impazzata, e sto sudando per lo sforzo di trattenere l’orgasmo, mentre le palline continuano a vibrare al massimo.
Contrarre i muscoli non funziona. Forse, dovrei solo cavalcare l’onda, mantenendo una faccia da poker?
Lo sconosciuto dice qualcosa all’orsa in una lingua che non riconosco, anche se la qualità gutturale la fa sembrare una lontana parente del russo. Poi, i suoi occhi si stringono su Boner e, ancora senza guardarmi, ringhia in un inglese perfettamente privo di accenti: “Tieni quel ratto lontano dal mio cane!”
La sua voce è profonda e tremendamente sexy, come tutto il resto di lui, ma per fortuna le sue parole mi irritano abbastanza, da far recedere l’orgasmo imminente.
Che peccato! Tutti questi pregi sprecati in un uomo che è chiaramente uno stronzo.
Stringo la presa sul guinzaglio di Boner e fulmino lo sconosciuto con gli occhi. “Semmai, terrò il mio cane lontano dalla tua orsa.”
Ecco. Non male come risposta, considerando la mia situazione.
Finalmente, lui si degna di guardarmi… e io rimango ancora una volta ammutolita.
Quegli occhi, incastonati sotto un paio di folte sopracciglia scure, sono del colore più bello che io abbia mai visto: una specie di nocciola cangiante, che sembra passare dal verde scuro al marrone ambrato.
Tali occhi si spalancano, quando vagano sul mio corpo, soffermandosi per un momento sulla gonna corta e sulle gambe nude, ma poi lo splendido viso assume un’espressione imperiosa. “Oh, per favore. È un cane più autentico il mio di quanto lo sarà mai il tuo.”
La sua voce intensa e profonda cospira con le sfere dentro di me, per portarmi ancora più vicino a un punto dove non voglio trovarmi.
Forse, potrei fare quello che fanno i maschi in situazioni come questa: pensare a cose non sexy.
Caccole degli occhi. Cerume dell’orecchio. Spremere un brufolo. Ascelle puzzolenti. Capelli con forfora. Roba grigia che fuoriesce dall’ombelico. Funghi delle unghie.
No. Nessuno di questi funziona.
Mia madre?
Questo sembra funzionare!
A proposito di mia madre, incarno quello che lei definisce derisoriamente il mio “contegno da regina delle nevi” e, finalmente, trovo le parole per rispondere allo sconosciuto. “Essere un cane non è una questione di quantità, ma di qualità.”
Le sue sopracciglia folte si sollevano appena un po’. È chiaro che nessuno gli abbia mai risposto prima. “Come mai quella bestiolina ringhiosa non sta dentro la tua borsetta, tanto per cominciare?”
Uff! Decisamente uno stronzo. Almeno, l’irritazione sta tenendo a bada l’orgasmo. Detesto gli stereotipi sui chihuahua. Nonostante abbia preso il nome da Napoleone, Boner non ha il complesso di molti suoi simili e non è affatto ringhioso. Ha frequentato la scuola per cani, quindi è ben educato. Per lo più. Lui è un cane.
D’accordo. Miss Bella la Gentile è ufficialmente sul piede di guerra.
Lancio un’occhiata gelida al cavallo dei jeans dello sconosciuto, poi sposto lo sguardo di nuovo sul suo viso, inarcando malignamente un sopracciglio. “Fammi indovinare. Il cane grande e grosso serve per compensare qualcosa?”
Wow. Dov’è il mio Oscar? Dubito che persino Angelina Jolie riuscirebbe a rimproverare qualcuno, mentre trattiene un orgasmo.
Il bastardo si limita a fare un sorrisett

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