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Description

La sorprendente conclusione della trilogia romance fantascientifica del besteseller internazionale numero 1

Quando un nemico spietato colpisce, Mia e Korum devono affrontare la più grande prova della loro relazione. Ma sono i segreti di Korum che alla fine potrebbero rovinare tutto.

Dalle spiagge della Costa Rica a un pianeta di una galassia lontana, la loro è una storia d'amore che potrebbe cambiare il mondo.

Sujets

Informations

Publié par
Date de parution 24 août 2018
Nombre de lectures 3
EAN13 9781631423321
Langue Italiano

Informations légales : prix de location à la page 0,0300€. Cette information est donnée uniquement à titre indicatif conformément à la législation en vigueur.

Extrait

Ricordi Intimi
Le Cronache dei Krinar: Volume 3


Anna Zaires

♠ Mozaika Publications ♠
Indice



Parte I


Prologo

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Parte II


Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Capitolo 13

Capitolo 14

Capitolo 15

Capitolo 16

Parte III


Capitolo 17

Capitolo 18

Capitolo 19

Capitolo 20

Capitolo 21

Capitolo 22

Capitolo 23

Capitolo 24

Capitolo 25

Capitolo 26

Capitolo 27

Capitolo 28

Capitolo 29

Capitolo 30

Capitolo 31

Capitolo 32

Epilogo


Estratto da la Prigioniera dei Krinar

Estratto Di Strapazzami

Estratto da Catturami

Biografia dell’autrice
Questo libro è un’opera di fantasia. Tutti i nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi narrati sono il frutto della fantasia dell’autrice o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi riferimento a persone reali, viventi o scomparse, luoghi o eventi è puramente casuale.

Copyright © 2018 Anna Zaires e Dima Zales
www.annazaires.com/book-series/italiano/
Traduzione italiana: Martina Stefani 2018

Tutti i diritti riservati.

La riproduzione e la distribuzione di qualsiasi parte di questo libro, in forma stampata o elettronica, è vietata, se non autorizzata, ad eccezione dell’utilizzo in una recensione.

Pubblicato da Mozaika Publications, stampato da Mozaika LLC.
www.mozaikallc.com

Copertina di Najla Qamber Designs
www.najlaqamberdesigns.com

e-ISBN: 978-1-63142-332-1
ISBN: 978-1-63142-333-8
Parte Uno
Prologo

I l Krinar camminava per le strade di Mosca, osservando silenziosamente le masse umane tutt’attorno a lui. Mentre passava, poteva scorgere la paura e la curiosità sui loro volti, sentire l’odio provenire da alcuni passanti.
La Russia era uno dei Paesi che aveva opposto maggior resistenza—e in cui il bilancio delle vittime del Grande Panico era stato più pesante. Con un governo largamente corrotto e una popolazione diffidente nei confronti di qualsiasi autorità, molti russi avevano preso l’invasione dei Krinar come scusa per saccheggiare a volontà e accumulare tutte le risorse possibili. Perfino ora, più di cinque anni dopo, alcune delle vetrine di Mosca erano ancora spoglie, con le vetrate oscurate, testimonianza dei mesi tumultuosi che erano seguiti al loro arrivo.
Per fortuna, l’aria nella città era migliore ora, meno inquinata di quanto il Krinar ricordasse. Qualche anno fa, un pesante smog incombeva sulla città, irritandolo come nessun’altra cosa. Non che avrebbe potuto danneggiarlo in qualche modo, ma il K prediligeva l’aria respirabile, che non conteneva troppe particelle di idrocarburi.
Avvicinandosi al Cremlino, il K si tirò il cappuccio del giubbotto sopra la testa e cercò di sembrare quanto più umano possibile, facendo molta attenzione ai movimenti per renderli più lenti e meno aggraziati. Non si faceva illusioni sul fatto che i satelliti K non lo stessero osservando in quel momento, ma nessuno nei Centri aveva motivo di sospettare di lui. Negli ultimi anni, aveva viaggiato il più possibile, spesso comparendo nelle principali città umane per una ragione o per l’altra. In questo modo, se qualcuno si fosse interrogato sul suo comportamento, le sue ultime spedizioni non avrebbero destato alcun allarme.
Non che qualcuno si sarebbe preoccupato. I Krinar che avevano aiutato la Resistenza—i Keith, come venivano chiamati—erano in carcere, e il povero Saur era stato accusato di aver cancellato i loro ricordi. Le cose non sarebbero potute andare meglio, se il K le avesse pianificate da solo.
No, non aveva bisogno di nascondere la propria identità dagli occhi Krinar nel cielo. Il suo obiettivo era quello di ingannare le telecamere umane posizionate intorno ai muri del Cremlino— nel caso in cui i leader russi si fossero allarmati, prima che lui avesse avuto la possibilità di visitare le altre grandi città.
Sorridendo, il K finse di essere nient’altro che un turista umano, mentre faceva un piacevole giro intorno alla Piazza Rossa, con le suole delle scarpe che sbattevano sul marciapiede e rilasciavano minuscole capsule contenenti i semi di una nuova era nella storia umana.
Dopo aver finito, si diresse verso la navicella che aveva lasciato in uno dei vicoli vicini.
L’indomani avrebbe rivisto Mia.
Saret non vedeva l’ora.
Capitolo Uno

"O h mio Dio, Korum, quando l’hai fatto?"
Mia fissò l’ambiente circostante in stato di shock. Tutti i mobili che conosceva erano scomparsi, e la casa di Korum a Lenkarda—il luogo che aveva cominciato a considerare casa sua—assomigliava molto a un’abitazione Krinar ora, con tanto di panche fluttuanti e spazi al posto giusto. L’unica cosa rimasta erano le pareti e il soffitto trasparenti—una caratteristica Krinar che Korum si era concesso fin dall’inizio.
Il suo amante sorrise, mostrando la familiare fossetta sulla guancia sinistra. "Sono sgattaiolato per un’ora o giù di lì, mentre dormivi."
"Sei venuto qui dalla Florida solo per cambiare l’arredamento?"
Rise, scuotendo la testa. "No, dolcezza, non sono così meticoloso. Dovevo occuparmi di alcune questioni d’affari, e ho deciso di sorprenderti."
"Beh, è una bellissima sorpresa" esclamò Mia, girando lentamente in cerchio e studiando lo strano spettacolo che l’aveva accolta al loro ritorno a Lenkarda.
Al posto del divano color avorio, ora c’era una lunga tavola bianca che fluttuava a un paio di metri dal pavimento. Da quello che Korum le aveva spiegato una volta, i Krinar erano in grado di far fluttuare i mobili, utilizzando una variazione della stessa tecnologia del campo di forza che proteggeva le loro colonie. Mia sapeva che, se si fosse seduta sulla tavola, essa si sarebbe immediatamente adattata al suo corpo, diventando il più confortevole possibile. Altre panche fluttuanti erano visibili vicino alle pareti, e un paio di queste erano occupate da qualche pianta da interno con brillanti fiori rosa.
Anche il pavimento era diverso—e differente da qualsiasi cosa la ragazza avesse visto in altre abitazioni Krinar. Cercò di ricordare come fossero gli altri pavimenti, ma tutto ciò che riuscì a richiamare alla memoria fu che erano solidi e chiari, come se fossero di pietra. Non aveva prestato ad essi molta attenzione, perché i materiali Krinar per la pavimentazione non sembravano così diversi da qualcosa che si sarebbe potuto trovare in una casa umana. Tuttavia, ciò che aveva ora sotto i piedi aveva una struttura molto insolita e una consistenza quasi spugnosa. La faceva sentire come se fosse sospesa nell’aria.
"Che cos’è?" chiese a Korum, indicando la strana sostanza.
"Togliti le scarpe e lo vedrai" suggerì, togliendo i suoi sandali. "È una novità che un mio dipendente ha inventato di recente—una variazione della tecnologia intelligente del letto."
Incuriosita, Mia seguì il suo esempio, lasciando che i piedi nudi affondassero nella comoda pavimentazione. Il materiale sembrava fluttuare intorno ai suoi piedi, avvolgendoli, e poi fu come se migliaia di piccole dita le stessero sfregando delicatamente le dita dei piedi e i talloni, allentando ogni tensione. Un massaggio... solo mille volte meglio. "Oh, wow" sospirò Mia, con un enorme sorriso beato sul viso. "Korum, è straordinario!"
"Uh-uh." Stava camminando per la stanza, quasi godendo anche lui di quelle sensazioni. "Sapevo che ti sarebbe piaciuto."
Con i piedi in paradiso, Mia lo osservò girare lentamente nella stanza, con il corpo alto e muscoloso che si muoveva con la grazia felina comune alla sua specie. A volte stentava a credere che quell’uomo splendido e complicato fosse suo—che l’amasse tanto quanto lei amava lui.
La felicità di Mia in quei giorni era così assoluta da essere quasi spaventosa.
"Vuoi vedere il resto della casa?" Si fermò accanto a lei e le rivolse un caldo sorriso.
"Sì, certo!" Mia sorrise, entusiasta come una bambina in un negozio di dolciumi.
Tre giorni fa, durante una delle loro passeggiate serali in Florida, aveva accennato a Korum che le avrebbe fatto piacere vedere com’era la casa prima che lui la "umanizzasse" per il suo bene. Per quanto quel gesto fosse stato premuroso, Mia era ormai abituata allo stile di vita dei Krinar e non aveva più bisogno delle rassicurazioni di un ambiente familiare. Voleva vedere come aveva vissuto il suo amante alieno prima che si conoscessero. Le aveva sorriso e le aveva promesso che avrebbe modificato prontamente la casa—e ovviamente aveva mantenuto la promessa.
"Ok" disse, fissandola con uno sguardo leggermente malizioso sul suo bel viso. "C’è una stanza che non hai ancora visto, e muoio dalla voglia di mostrartela..."
"Davvero?" La ragazza sollevò le sopracciglia, con il cuore che iniziò a battere più velocemente e il ventre che si irrigidì dall’attesa. Gli occhi dell’extraterrestre ora avevano un sottotono dorato, e lei capì che, a prescindere da cosa fosse, ne sarebbe rimasta estasiata, gridando tra le sue braccia. Se c’era una cosa su cui poteva sempre contare, era il suo desiderio insaziabile per lei. Nonostante facessero sesso innumerevoli volte al giorno, sembrava volere sempre di più... e anche lei.
"Vieni" disse, prendendole la mano e conducendola verso la parete alla loro sinistra.
Man mano che si avvicinavano, la parete non si dissolse come al solito. Anzi, Mia si sentì sprofondare sempre di più nel materiale spugnoso sotto i suoi piedi. Essi furono assorbiti per primi, seguiti dalle caviglie e dalle ginocchia. Sembravano sabbie mobili, ma il tutto stava accadendo proprio nella casa. Guardando Korum con un’espressione spaventata, si aggrappò alla sua mano. "Che cosa—?"
"Va tutto bene." Diede al palmo una stretta rassicurante. "Non preoccuparti." La stessa cosa stava succedendo a lui; e Mia vide che il pavimento lo stava praticamente risucchiando.
"Uhm, Korum, non ne sarei così sicura..." La ragazza era ormai sepolta fino alla vita, e la parte inferiore del corpo si sentiva d

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