Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del medioevo
197 pages
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Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del medioevo , livre ebook

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Description

Il volume affronta un tema non comune nella medievistica: la prigione e i suoi abitanti. Nel carcere medievale i prigionieri – incarcerati prima della sentenza, oppure rimasti “dentro” perché indebitati, socialmente pericolosi, riconosciuti colpevoli di un delitto – non erano abbandonati a loro stessi; delle loro esigenze si facevano carico le famiglie, la Chiesa, i laici devoti, gli stessi pubblici poteri. Nel caso di Milano il sistema carcerario e il rapporto tra carcerati, giustizia e misericordia assume sfumature peculiari. Le prigioni (anche private) sono numerose e disperse nella città: la più grande è un carcere-ospedale, che rinchiude certo, ma lascia intendere che è utile (per motivi economici) aiutare la sopravvivenza del reo e il suo ritorno in società. I milanesi del Quattrocento sono poi consci dei rischi di abbandonare i detenuti (uomini e donne) a una giustizia che, per i suoi costi, tutela solo i più forti. Ecco dunque i Protettori dei carcerati: utili non solo ai deboli rinchiusi in carcere, ma anche al dominus, che li sostiene. Interessato a porre rimedio agli eccessi del sistema, il duca è infatti anche (e forse soprattutto) desideroso di mostrarsi misericordioso, e in quanto tale superiore alla legge. Indagare la condizione dei carcerati si rivela dunque un modo per cogliere non solo le dinamiche di esclusione e di inclusione sociale pertinenti al controllo della devianza, ma anche i meccanismi di relazione tra governanti e governati nel tardo medioevo.

Informations

Publié par
Date de parution 13 mars 2018
Nombre de lectures 0
EAN13 9788864536163
Langue Italiano

Informations légales : prix de location à la page 0,0035€. Cette information est donnée uniquement à titre indicatif conformément à la législation en vigueur.

Extrait

Reti Medievali E-Book 30
Reti Medievali E-Book
Comitato scientifico
Enrico Artifoni (Università di Torino)
Giorgio Chittolini (Università di Milano)
William J. Connell (Seton Hall University)
Pietro Corrao (Università di Palermo)
Élisabeth Crouzet-Pavan (Université Paris IV-Sorbonne)
Roberto Delle Donne (Università di Napoli “Federico II”)
Stefano Gasparri (Università “Ca’ Foscari” di Venezia)
Jean-Philippe Genet (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne)
Knut Görich (Ludwig-Maximilians-Universität München)
Paola Guglielmotti (Università di Genova)
Julius Kirshner (University of Chicago)
Giuseppe Petralia (Università di Pisa)
Francesco Stella (Università di Siena)
Gian Maria Varanini (Università di Verona)
Giuliano Volpe (Università di Foggia)
Chris Wickham (All Souls College, Oxford)
Andrea Zorzi (Università di Firenze)
Peer-review
Tutti gli E-Book di Reti Medievali sono sottoposti a peer-review secondo la modalità del “doppio cieco”. I nomi dei referee sono inseriti nell’elenco, regolarmente aggiornato, leggibile all’indirizzo: http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/about/displayMembership/4 .
I pareri dei referee sono archiviati.

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Their reviews are archived.
Marina Gazzini
Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del medioevo
Firenze University Press 2017
Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili
nelle carceri di Milano alla fine del medioevo / Marina Gazzini
Firenze : Firenze University Press, 2017
(Reti Medievali E-Book, 30)

Accesso alla versione elettronica http://www.ebook.retimedievali.it
http://digital.casalini.it/9788864536156

ISBN 978-88-6453-614-9 (print)
ISBN 978-88-6453-615-6 (online PDF)
ISBN 978-88-6453-616-3 (online EPUB)

In copertina: Maestro di Alkmaar, Le sette opere di misericordia , olio su tela, pannello: visitare i carcerati, 1504, Rijksmuseum, Amsterdam ( public domain).

Il volume è pubblicato grazie ai contributi del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese culturali dell’Università di Parma (PRIN 2015 Alle origini del welfare, XIII-XVI secolo. Radici medievali e moderne della cultura europea dell'assistenza e delle forme di protezione sociale e credito solidale ; FIL Gazzini).

Certificazione scientifica delle Opere
Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice ( www.fupress.com ).

Consiglio editoriale Firenze University Press
A. Dolfi (Presidente), M. Boddi, A. Bucelli, R. Casalbuoni, M. Garzaniti, M.C. Grisolia, P. Guarnieri, R. Lanfredini, A. Lenzi, P. Lo Nostro, G. Mari, A. Mariani, P.M. Mariano, S. Marinai, R. Minuti, P. Nanni, G. Nigro, A. Perulli, M.C. Torricelli.

CC 2017 Reti Medievali e Firenze University Press

Università degli Studi di Firenze
Firenze University Press
via Cittadella, 7
50144 Firenze, Italy
www.fupress.com

Printed in Italy

La presente opera e gli E-Book di Reti Medievali sono rilasciati nei termini della licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode ).
Indice

Introduzione
Capitolo 1. I carcerati nel medioevo: Milano, Italia
1. Un ritardo storiografico e le sue ragioni
2. La giustizia attraverso lo specchio della prigione
3. Il case-study milanese: fonti e metodo
Capitolo 2. Luoghi e spazi dell’imprigionamento
1. Carceri pubbliche, private, ecclesiastiche
2. La Malastalla, carcere comunale e ospedale
Capitolo 3. Profili di carcerati
1. Tra norma e prassi
2. Non solo uomini, non solo laici: donne e chierici
3. Prigionia e povertà
Capitolo 4. «Cura et custodia» dei carcerati
1. La sorveglianza
2. Aiuti materiali e altre attenzioni umane
3. Pratiche di culto e assistenza religiosa
Capitolo 5. Giustizia e misericordia per i carcerati
1. La tutela legale
2. La misericordia del dominus
Conclusioni. Fuori dal limbo
Appendice. Per una storia della criminalità: liste di prigionieri e di condannati a morte
I. Liste di prigionia
II. Liste di morte
Illustrazioni
Abbreviazioni e sigle
Nota monetaria
Unità di misura
Fonti, bibliografia e sitografia
Ringraziamenti
La monografia qui oggetto di pubblicazione rappresenta il frutto di indagini condotte negli ultimi anni su un filone per me relativamente nuovo. Sono arrivata infatti ad approfondire il tema carcerario partendo dalle mie conoscenze pregresse sul sistema assistenziale milanese, di cui fecero parte alcune delle istituzioni e delle associazioni qui studiate (in particolare il carcere-ospedale della Malastalla, la società dei Protettori dei carcerati, la confraternita di san Giovanni decollato). Esplorare nuovi argomenti ha significato muoversi in ambienti fisici e storiografici diversi da quelli da tempo noti, un “uscire dal comfort ” che non mi sarebbe stato possibile senza il prezioso aiuto di una serie di enti e persone che è mio piacere ringraziare anche se brevemente.
Anzitutto penso al personale, sempre disponibile, degli istituti conservatori, archivi e biblioteche, che ho frequentato alla ricerca di fonti credute inesistenti o irrimediabilmente disperse. La calda accoglienza dei colleghi dell’Universitat de Barcelona, Blanca Garí de Aguilera, Antoni Conejo da Pena, Ignasi J. Baiges Jardí, Salvatore Marino, mi ha consentito di orientarmi senza difficoltà all’interno del contesto catalano. Non è poi retorica affermare di provare un sentimento di viva riconoscenza per chi ha segnalato documenti e studi, per chi ha fornito consulenze iconografiche e naturalmente per chi ha letto il testo in fieri , discutendone alcuni punti e aiutandomi a perfezionarlo. Le persone sono state tante, e quindi sicuramente me ne dimenticherò qualcuna, ma vorrei almeno ricordare Giuliana Albini, Michele Ansani, Mario Ascheri, Attilio Bartoli Langeli, Nadia Covini, Anna Esposito, Ada Grossi, Paola Guglielmotti, Marco Negroni, Gian Maria Varanini, Andrea Zorzi. Sono grata anche ai miei referees , che sono stati prodighi di utilissimi consigli e suggerimenti ma che, essendo anonimi per definizione, non sono in grado di menzionare per nome. Grazie infine a quegli istituti conservatori che hanno concesso la riproduzione gratuita delle immagini.
È doveroso inoltre precisare che non mi sarebbe stato possibile né allargare le ricerche archivistiche, in Italia e all’estero, né concentrarmi sulla fase della scrittura senza un periodo di alternanza dalla didattica, gentilmente concessomi dall’Università di Parma.
I ringraziamenti sono terminati ma non posso concludere senza ricordare un piccolo personaggio che non fa parte della comunità degli studiosi ma che con questa ha dovuto, suo malgrado, convivere fin dalla nascita: mia figlia Ginevra. A lei, mio ikigai , il libro sia dedicato.
Storie di vita e di malavita. Criminali, poveri e altri miserabili nelle carceri di Milano alla fine del medioevo
Introduzione
«Periferie esistenziali»: con questa suggestiva metafora i carcerati sono stati indicati da papa Francesco fra quanti, in nome della misericordia e delle sue opere, si auspicherebbero destinatari di una giustizia che nell’applicazione del dettato della legge si dimostrasse non solo rigorosa, ma anche equa e non dimentica della dignità delle persone, ma che invece vivono per lo più nella sofferenza, nella precarietà e nell’indifferenza 1 . La liminalità della condizione dei carcerati – una liminalità fatta di marginalizzazione ma anche di emarginazione 2 – trova un riflesso nel fatto che, per lo meno in Italia, di carceri e carcerati si parla e si scrive poco. Scarsa è difatti l’attenzione che, al di là di episodi sensazionalistici, carta stampata e programmi televisivi dedicano alla vita quotidiana nelle prigioni, specchio di una società che tende a rimuovere quanto accade “dietro le sbarre”, stereotipando i ruoli sia di chi è detenuto sia di chi è preposto alla sua sorveglianza 3 . Da “dentro” vi è invece un forte desiderio di comunicazione che, quando trova spazi consentiti, si esprime in maniera ricca e articolata, servendosi delle modalità tradizionali di scrittura – di cui sono nobili testimoni, tra gli altri, Silvio Pellico e Antonio Gramsci – e, in maniera via via crescente, anche dei nuovi media 4 .
La storiografia medievistica italiana, per venire al contesto che è oggetto del presente studio, non ha fatto eccezione a questo generale disinteresse. Il tema carcerario è stato infatti a lungo poco praticato per lR

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