L’Indovina di Sventure: La serie di Sasha Urban: Libro 2
184 pages
Italiano

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L’Indovina di Sventure: La serie di Sasha Urban: Libro 2 , livre ebook

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Description

E così, sono una veggente. Una Conoscente sotto la direzione del Mandato.



Dovrei avere una vita facile adesso, giusto?



Sbagliato.



Con tutti gli ‘incidenti’ che mi capitano, sarò fortunata ad arrivare viva alla fine della settimana. Ammesso che quel pazzo del mio capo non mi uccida di lavoro per primo...

Informations

Publié par
Date de parution 10 juin 2020
Nombre de lectures 0
EAN13 9781631424922
Langue Italiano

Informations légales : prix de location à la page 0,0015€. Cette information est donnée uniquement à titre indicatif conformément à la législation en vigueur.

Extrait

L’Indovina di Sventure
La serie di Sasha Urban: Libro 2


Dima Zales

♠ Mozaika Publications ♠
Indice



Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Capitolo 13

Capitolo 14

Capitolo 15

Capitolo 16

Capitolo 17

Capitolo 18

Capitolo 19

Capitolo 20

Capitolo 21

Capitolo 22

Capitolo 23

Capitolo 24

Capitolo 25

Capitolo 26

Capitolo 27

Capitolo 28

Capitolo 29


In anteprima riservata: La Sensitiva Riluttante

In anteprima riservata: I lettori di pensieri

Note sull’Autore
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e fatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi riferimento a persone reali, viventi o defunte, attività commerciali, avvenimenti o luoghi è puramente casuale.

Copyright © 2019 Dima Zales e Anna Zaires
www.dimazales.com/book-series/italiano/

Tutti i diritti riservati.

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scansionata o distribuita in alcuna forma stampata o elettronica senza autorizzazione, ad eccezione dell’utilizzo in una recensione.

Pubblicato da Mozaika Publications, stampato da Mozaika LLC.
www.mozaikallc.com

Copertina di Orina Kafe
www.orinakafe-art.com

e-ISBN: 978-1-63142-492-2
ISBN: 978-1-63142-493-9
Capitolo Uno

Apro gli occhi con un gemito.
La camera da letto gira tutt’intorno e un’orda di batteristi sta facendo le prove di ‘Death Metal’s greatest hits’ con il mio cervello.
Ma quanto ho bevuto alla Grande Festa?
Ricordo solo le persone con due bicchieri di alcol, uno per loro e uno per me... e io che cedevo alle pressioni dei partecipanti.
Mi alzo a sedere e faccio scivolare i piedi nelle ciabatte. Quando mi muovo, mi sembra di avere al posto del cranio una nana bianca che sta per esplodere in una supernova.
Con uno sforzo sovrumano, mi faccio strada fino al bagno.
Se camminare sbronzi fosse uno sport, vincerei la medaglia d’oro.
Un pallido fantasma di me stessa, che già sono terrea in viso, mi guarda dallo specchio del bagno con grandi occhi azzurri iniettati di sangue e una zazzera di capelli corvini.
Guardare la toilette genera dei flashback dove io sto abbracciando il marmo bianco, e ricordo vagamente Ariel e Felix che lottano per avere l’onore di tenermi indietro i capelli.
Dopo una doccia completa e cinque minuti passati a spazzolarmi i denti, la mente mi si schiarisce abbastanza, da stabilire che questa è la sbornia peggiore della mia vita.
Non berrò mai più niente.
Almeno avevo una buona ragione per essere così devastata... la Grande Festa è roba grossa. È stata il mio ingresso nella società dei Conoscenti, la razza segreta che include sensitivi (come me), discendenti di Ercole (come la mia coinquilina Ariel), e qualunque cosa sia Felix che riguarda la tecnologia. Per non parlare di vampiri, licantropi, negromanti e chissà cos’altro.
Tornata nella mia stanza con passi malfermi, mi chiedo seriamente se debba saltare il lavoro. Il problema in quest’idea è che il mio capo Nero adesso è il mio Mentore nel mondo dei Conoscenti... un ruolo dal significato ancora oscuro. Ieri sera, dopo avermi informato dell’aumento di stipendio, mi ha chiesto di svolgere delle ricerche su due nuove azioni biotecnologiche per il nostro portafoglio, entro le 11 del mattino... e dato che sono già le 07:45, non ho molto tempo.
Immaginando di dover dividere il problema in piccole parti, decido di ficcarmi nello stomaco un po’ di liquidi ed elettroliti, per vedere se mi fanno tornare umana. Anche se forse l’espressione dovrebbe essere ‘tornare Conoscente’, visto che in teoria non siamo umani.
Indosso i vestiti da lavoro più comodi e, camminando a papera fino in cucina, trovo Felix vicino ai fornelli.
“Buongiorno, ragazza festaiola” dice con un irritante sorriso allegro. “Preferisci le uova o il porridge?”
La faccia di Felix è una fusione di elementi slavi, asiatici e mediorientali; lui è l’unica persona che conosco che sembra dolce quando agita il suo cespuglioso monosopracciglio.
“Quello che va meglio per le sbronze” gracchio, e per una volta il profumo del cibo non mi attira.
Felix annuisce e si dà da fare ai fornelli, mentre io osservo la cucina girare.
“Ti ho messo del sale e delle banane nel porridge” dice un attimo dopo, a voce troppo alta per il mio benessere, poi appoggia la terrina davanti a me con uno schianto da spaccarmi il cranio. “Lascia che ti versi anche un po’ di succo e di tè.”
Quando mi passa i liquidi, butto giù il succo in un sorso, come una medicina, e bevo rumorosamente il tè mentre aspetto che il porridge si raffreddi.
“Hai visto Ariel che ballava con quel vampiro?” dice Felix con aria cospiratoria, e mette il suo piatto di uova sul tavolo con un altro schiocco troppo forte. “Cosa le passava per la testa?”
“Gaius, intendi?” Prendo un po’ di banana con il cucchiaio. “Lei dice che sono solo amici.”
“Solo amici” mormora Felix. “ Noi siamo solo amici e, se mi strusciassi contro di lei in quel modo, probabilmente mi spezzerebbe il collo.”
Arrossisce nel rendersi conto di quello che ha detto, poi guarda verso la porta e diventa rosso come un pomodoro.
Ariel entra nella stanza, allegra e disinvolta. Anche se il trucco della Grande Festa è andato via, lei ha ancora l’aspetto di una che potrebbe posare per la copertina di Maxim . Guardando Felix mentre batte le ciglia perfette, chiede: “Chi ti spezzerebbe il collo e perché?”
“Nessuno. Nessun motivo.” Felix si caccia del cibo in bocca.
“Bene” dice Ariel, e fa un’incursione in cucina come un sensuale diavolo tasmaniano uscito dai cartoni animati. Le ante degli armadietti sbattono, i piatti urtano il bancone e le stoviglie tremano nel lavandino. Sono quasi sicura di veder comparire una crepa nella tazza che tiene in mano, non appena la sbatte contro il rubinetto della cucina per riempirla di acqua ma, prima che possa pregarla di non fare tanto baccano, prende un piatto di uova e una tazza di caffè e viene a tavola.
“Vuoi sederti?” le dice Felix mentre un attimo dopo lei afferra il latte con un balzo e la stessa frenesia di prima. “Cos’è, sei alla decima tazza di caffè?”
In realtà, Ariel si sta comportando come se fosse sotto effetto di amfetamine, ma non lo dico ad alta voce, perché la turberei. La mia coinquilina prende una serie di droghe legali e, sospetto, anche non molto legali, per gestire meglio il disturbo da stress post-traumatico che nega di avere. Io e Felix generalmente non glielo facciamo pesare, perché prendere quelle pillole sembra migliorare la qualità della sua vita.
“Sono solo eccitata per essermi divertita così tanto ieri sera.” Il sorriso super radioso di Ariel acceca i miei occhi da ubriaca.
“‘Divertita’ così tanto.” Mimo delle virgolette in aria, così a nessuno può sfuggire il mio sarcasmo. “Avrei voglia di usare la ghigliottina in questo momento.”
“Hai una sbronza così seria?” Il sorriso di Ariel si oscura leggermente. “Posso attaccarti a una flebo, se vuoi. Dicono che aiuti per i sintomi della disidratazione.”
“Credo che rinuncerò” dico mentre sorseggio il tè. “Ma prenderò abbastanza Tylenol da curare o uccidere un elefante.”
Ariel balza in piedi e va dritta all’armadietto dei medicinali, tornando quasi subito con una confezione di antidolorifici e un bicchiere d’acqua.
Mi metto in bocca con gratitudine una manciata di pillole e le mando giù con l’acqua. Spero che il fegato le regga.
“Ti conviene riprenderti alla svelta. La Grande Festa era solo la prima fase dei festeggiamenti” dice Ariel mentre continuo a mangiare.
Per poco non mi va di traverso il porridge. “Altri festeggiamenti?”
“Ma certo.” Mi rivolge un altro sorriso radioso. “Ti porterò all’Earth Club.”
Immaginando la musica alta del locale, il mio occhio sinistro ha una contrazione involontaria, mentre il mal di testa mi pulsa allegramente alla base del cranio.
Felix mi studia. “Sei sicura che sia una buona idea portarla lì così presto?”
“No. Non è una buona idea” dico, schiarendomi la gola stretta da un nodo. “Piuttosto andrei in un poligono di tiro e mi farei sparare in testa.”
“Non dico che andiamo oggi” replica Ariel, senza perdere la sua iperattività. “E nemmeno dobbiamo andare domani. Ci andremo sabato... è quando ci saranno anche tutti gli altri, comunque.”
“Cosa intendi con tutti gli altri?” Mi massaggio

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